Teodora Mastrototaro

Teodora Mastrototaro, classe ’79, autrice, artista. Tra i suoi primi spettacoli: Lepareti di Antigone (Festival Internazionale di Andria “Castel Dei Mondi” 2011); Delirio registico (Roma Fringe festival 2013), La seconda stanza (Festival delledonne e dei saperi di genere, Università di Bari 2015). Dal 2016 ha cominciato ad orientare le sue produzioni sul tema e sul messaggio antispecista. La prim produzione nata in questa nuova fase è l’atto performativo Inumanimal (2016) che affronta il tema dello sfruttamento degli animali da parte dell’uomo (l’ incontro con le figure responsabili dello sfruttamento stesso, i luoghi di coercizione dove sono costretti a vivere gli animali, la finalità produttiva che coincide con la loro sofferenza e morte). Lo spettacolo ha vinto il Premio Luccica 2016 (categoria: miglior atto performativo). Motivazione: “Per aver avuto il coraggio di affrontare un tema delicato quale il maltrattamento degli animali da allevamento, senza pietismi ma con inusuale intelligenza artistica”. Una costola di questo spettacolo ha dato vita a Ghost Track: versi e canti da Inumanimal (2018), reading-concerto che posa lo sguardo sul limite in cui Uomo e Animale si trovano assieme. Se l'uomo è stato crudele con l’uomo, la continuità di questa crudeltà caratterizza il rapporto uomo-animale. I versi e i canti si soffermano sul pensiero della libertà negata dallo specismo, cercando un piccolo spazio da cui partire per riaffermare quella libertà sottratta a tutti gli esseri sfruttati da tutti gli sfruttatori. Poi è venuta Felicia (Frammenti di Felicia Impastato) (2018) ovvero Felicia Bartolotta, mamma di Peppino Impastato ucciso dalla mafia.
La madre si riconosce nella scrofa rinchiusa in un allevamento intensivo, in cui l’unico scopo della propria vita è produrre incessantemente prole. “Una scrofa lo sa che suo figlio sarà dissanguato, lo sa che suo figlio è andato al macello e una madre lo sa quando non sente più l’afflato”. Sono parole di madre prima di tutto. Una madre che sapeva, che immaginava, perché un figlio come Peppino non può che finire come un “lattonzolo”, il figlio della scrofa: Macellato. La tematica antispecista impregna il libro Rape Rack – Asse di stupro, “una raccolta di liriche che gronda sangue macchiando le mani del lettore, che permea le narici del nauseabondo puzzo del mattatoio, che stride come le urla di dolore dell’agnello diretto al macello/massacro”.
Dal libro il concerto scenico elettroacustico Rape Rack – Asse di stupro, realizzato assieme a Daniele Vergni. Il concerto è costruito su una serie di frammenti sonori su cui la vocalità della performer immette i suoi versi (verbali e pre-verbali).
Concettualmente il concerto rappresenta il viaggio dello sfruttamento animale che parte dall’allevamento per culminare nella macellazione. In questo viaggio solitudine e moltitudine si fondono in una realtà quotidiana e asfissiante: schiavitù, stupro ed olocausto continuato.